Il nostro Sommelier vi guiderà attraverso questo affascinante percorso salutare, fornendo non solo i giusti suggerimenti sulle pratiche e le tecniche di assaggio dell’olio evo, ma consigliando anche i possibili utilizzi/abbinamenti dello stesso con i cibi. E ricordate ad ogni varietà corrisponde un preciso profilo organolettico!
Conoscere un olio extravergine non significa solo approfondire la cultivar ed il suo processo estrattivo, ma anche imparare a riconoscere il suo ampio spettro aromatico e le sensazioni organolettiche che esso trasmette.
Quando si assaggia un olio E.V.O. si avvertono al palato sensazioni e sapori che sono stati classificati secondo parametri e sensazioni specifiche, che possono essere riassunti/e in attributi positivi e attributi negativi (o difetti).
Fruttato: insieme delle sensazioni olfattive che dipendono dalle caratteristiche dei frutti (sani e freschi, verdi o maturi) e dalla varietà delle olive. Può essere leggero, medio o intenso.
Amaro: olio ottenuto da olive verdi e invaiate, può essere prevalente o equilibrato rispetto al piccante e si percepisce solo all’assaggio. Più è amaro più è ricco di polifenoli, quindi, fa più bene.
Piccante: sensazione pungente caratteristica di oli nuovi e freschi, e primo affidabile indicatore di qualità.
banana, ananas, mela verde, pera, pesca, limone, arancio, mandarino, mandorla, noce, nocciola, pinolo.
cannella, pepe bianco, pepe verde, pepe nero, peperoncino, vaniglia, noce moscata, zenzero.
timo, menta, rosmarino, maggiorana, salvia, basilico, alloro, origano.
oliva fresca, carciofo, peperone, pomodoro verde, cicoria, cardo, finocchio, lattuga, rucola, sedano, erba tagliata, foglia di pomodoro, fieno fresco.
biancospino, glicine, lavanda, camomilla, giglio, rosa canina.
Rancido: olio che ha subito un processo ossidativo perché a contatto con l’aria
Riscaldo: odore repellente rilasciato a causa di olive fermentate a causa di una non corretta conservazione (plastica, juta)
Muffa: qualità olfattiva alterata a causa di funghi/lieviti, che attaccano le olive mal conservate (ambienti non idonei, umidi e maleodoranti)
Morchia: sostanze odorose sgradevoli provocate dai sedimenti dell’olio lasciato a decantare per un periodo prolungato
Metallico: la superfici metalliche con cui le olive/l’olio entrano in contatto durante il processo estrattivo/ di conservazione possono lasciare un’impronta “metallica” al prodotto finale
Verme: la mosca olearia, che deposita le proprie larve nel frutto provoca una sensazione dolciastra e sgradevole
Avvinato: odore tipico dell’aceto di vino provocato da olive lasciate a fermentare (producono acido acetico)
– Non mangiare cibi troppo speziati e non bere caffé.
– Non utilizzare profumi troppo intensi/forti.
– Non effettuare più di 10 assaggi distinti.
– Rimandare la degustazione se costipato.
– Non fumare ante degustazione.
– Non lavare le mani con profumi detergenti che potrebbero alterare la normale degustazione.
– Degustare gli oli preferibilmente a metà mattina.
Versa circa 20 ml di olio in un bicchiere di vetro scuro.
Copri il bicchiere con le mani e agitalo con movimento circolare in modo da scaldarlo e portare l’olio alla giusta temperatura di 28° (così facendo si esaltano le componenti volatili aromatiche dell’olio).
Porta il bicchiere al naso ed inspira profondamente cercando di percepire tutte le differenti sensazioni aromatiche. Ripetere più volte, se necessario.
Assumi una quantità di olio pari a circa un cucchiaino da tè e cerca di trattenerlo fra le labbra ed in denti ben chiusi.
Inspira aria con una suzione prima delicata, e poi vigorosa, in modo da vaporizzare l’olio in tutto il cavo orale entrando in contatto con le papille gustative (strippaggio).
Fai riposare la bocca muovendo la lingua contro il palato.
Cerca di carpire tutte le sfumature aromatiche, registrando tutte le sensazioni gustative rilasciate. E’ senz’altro questa la fase fondamentale, quella in cui si percepiscono pregi e difetti dell’olio esaminato.
Espellere l’olio alla fine del nostro esame.